
Orvieto fu Denominata, probabilmente,Volsinii Veteres (la disputa sul nome di questa città etrusca non si è ancora conclusa, ma questa sembra la più attendibile) e sorgeva nei pressi di un famoso santuario etrusco, Fanum Voltumnae, mèta ogni anno degli abitanti dell’Etruria che vi confluivano per celebrare riti religiosi, giochi e manifestazioni.
Abitanti: Orvietani
Altezza s.l.m.: 325 m
Distanza da Terni: Km 72
Giorni di mercato: Giovedì e sabatoFrazioni: Bagni, Bardano, Benano, Canale, Capretta, Corbara, Fossatello, Morrano, Prodo, Roccaripesena, San Martino, San Quirico, Sant’Egidio, Sugano-Canonica, Titignano, Torre S. Severo, Tordimonte.
Stazione Ferroviaria:
FS Orvieto Scalo) a 5 KmAutostrade:
Autostrada del Sole (Firenze-Roma) a 4Km casello autostradale di OrvietoProvincia di Terni
Informazioni turistiche I.AT.
Telefono 0763-341772-341911Orvieto poggia su di una piattaforma in tufo vulcanico creata dall’azione eruttiva di alcuni vulcani che depositarono qui e si solleva dai venti ai cinquanta metri dal piano della campagna. In seguito l’azione modellatrice della natura (fiumi, piogge, ecc.) conferì alla rupe l’attuale aspetto.
Denominata, probabilmente,Volsinii Veteres (la disputa sul nome di questa città etrusca non si è ancora conclusa, ma questa sembra la più attendibile) sorgeva nei pressi di un famoso santuario etrusco, Fanum Voltumnae, mèta ogni anno degli abitanti dell’Etruria che vi confluivano per celebrare riti religiosi, giochi e manifestazioni. La città raggiunse il massimo splendore tra il VI e IV sec. a.c. diventando un fiorente centro commerciale. Questo periodo idilliaco finì quando le legioni romane iniziarono la conquista dell’Italia Centrale e dopo una serie di sconfitte culminate nella battaglia del 263 a.C., Volsini Veteres capitolò definitivamente diventando colonia romana col nome di Urbus Vetus (Città Vecchia).
Dopo il crollo dell’Impero Romano, Orvieto divenne dominio dei Goti fino al 553 quando fu conquistata dai Bizantini di Bellisario. Successivamente, dopo l’istituzione del Ducato di Spoleto, divenne longobarda. Poco prima dell’anno Mille, la città tornò a rifiorire e si costituì in Comune,.
Nel XII secolo Orvieto iniziò ad ampliare i propri confini che, dopo vittoriose battaglie contro Siena, Viterbo, Perugia e Todi, la videro dominare su un vasto territorio che andava dalla Val di Chiana fino alle terre di Orbetello e di Talamone, sul mare Tirreno. In questa sua espansione Orvieto si era fatto un potente alleato: Firenze ( rivale di Siena) che ne aveva appoggiato l’ascesa.
I secoli XIII eXIV furono il periodo del massimo splendore per Orvieto ma anche di furibonde lotte intestine. Due famiglie, la guelfa Monaldeschi e la ghibellina Filippeschi, straziarono la città con cruenti battaglie che, insieme alle lotte religiose tra i Malcorini, filoimperiali ed i Muffati, papalini, indebolirono il potere comunale, favorendo nel 1364 la conquista da parte del cardinale Egidio Albornoz. Dopo di lui Orvieto venne assoggettata a varie signorie per ritornare poi nel 1450, definitivamente a far parte dello Stato della Chiesa, divenendone una delle provincie più importanti e costituendo l’alternativa a Roma per molti pontefici, vescovi e cardinali che qui venivano a soggiornare.
Sotto l’Impero Napoleonico assurse a cantone e più tardi, nel 1831, sotto la Chiesa, venne elevata a Delegazione Apostolica.
Nel 1860 fu annessa al Regno d’Italia.
Il Pozzo di San Patrizio fu costruito nel 1527 per ordine di papa Clemente VII per dare la possibilità agli abitanti, in caso di assedio, di rifornirsi d’acqua senza dover scendere a valle. La particolarità della costruzione, opera dell’architetto Antonio da Sangallo il Giovane, si deve, oltre che alle notevoli dimensioni (62 metri di profondità, 248 scalini), alla doppia scala a chiocciola che consentiva ai muli carichi di bigonce d’acqua di non incontrarsi mai durante i tragitti di discesa e salita del pozzo. Lungo le scale che portano alla base del pozzo, settanta finestre consentono di avere la percezione della profondità, mentre, una volta giunti sul fondo del pozzo, guardando verso l’alto, si ha l’effetto dell’ascensionalità, in un gioco di luci e di echi.
I resti del Tempio Etrusco, la cui costruzione si fa risalire al V sec. a.c., presenta ancora la scalinata d’ingresso, le basi di quattro colonne, il basamento e qualche blocco perimetrale.
La Rocca, fatta costruire nel 1364 dal Cardinale Egidio Albornoz su progetto di Ugolino di Montemarte, oggi presenta solo un torrione circolare, la cinta muraria esterna e tre porte.
La chiesa di San Paolo (sec. XIII) possiede all’interno, sull’altare maggiore, un dipinto del ‘900, opera della contessa Maria Luisa Brazzetti, e frammenti di un affresco di probabile origine duecentesca .
Palazzo Marsciano, edificato nella metà del XVI sec. su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, la chiesa di San Bernardino del 1666 che custodisce all’interno dipinti, affreschi, stucchi e un’opera (sull’altare maggiore) attribuita a Sinibaldo Ibi, raffigurante la “Vergine in trono col Bambino e i SS. Pietro, Paolo e Bernardino” e Palazzo Buzi (XVI sec.), progettato da Ippolito Scalza.
Il Duomo, una delle cattedrali gotiche più belle d’Italia., (1290-1600) fu costruito per volontà di papa Urbano IV per celebrare il miracolo di Bolsena (dell’Eucaristia).
La splendida facciata si deve a Lorenzo Maitani ed il bellissimo rosone ad Andrea di Cione, detto l’Orcagna (1359-1380). Moltissimi sono gli artisti che qui hanno lasciato la propria firma: sulla facciata le porte di bronzo, installate nel 1970, sono opera di Emilio Greco che le costruì nel 1964; i bassorilievi, laterali e centrali, raffiguranti storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, del 1331, si presume essere opere di Maitani e di scultori toscani; le statuine sovrastanti i rilievi sono sempre opera di Lorenzo Maitani; gli angeli del portale centrale dei trecenteschi artisti Puccio di Biagio, Nicoluccio di Nuto,senese, Benedetto di Marmo ed altri; mentre il gruppo centrale della Madonna è di Arnolfo di Cambio. Sempre sulla facciata, i mosaici sono di diversi artisti che vi hanno lavorato in successione dalla prima metà del Trecento al Seicento: Giovanni di Buccio, Ugolino di Prete Ilario, Pietro di Puccio, Cesare Nebbia, Jacopo da Bologna e Gabriele Briganti; mentre i mosaici delle porte laterali sono di Andrea di Giovanni ed Andrea Pisano. Il blocco di sculture del grande quadrato centrale appartiene invece a Petruccio di Benedetto da Orvieto, Raffaello da Montelupo, Fabiano Toti e Ippolito Scalza; di quest’ultimo sono opera pure le guglie che sovrastano il Duomo. L’interno del Duomo, diviso in tre navate, custodisce opere di rara bellezza come la splendida opera di Gentile da Fabriano raffigurante la “Madonna in Maestà “; la cappella del Corporale, fatta costruire nella metà del XIV sec. da Ugolino di Prete Ilario, che conserva una tela del 1320 di Lippo Memmi, riproducente la “Madonna dei Raccomandati” e il “Tabernacolo del Corporale”, opera dell’orafo senese Ugolino da Vieri, che lo realizzò nel 1338, è custodito il “Reliquiario del Sacro Corporale” e la Cappella Nuova o della Madonna di San Brizio affrescata nel 1447 per due vele della volta a crociera dal Beato Angelico che interruppe il lavoro ripreso poi da Luca Signorelli, il quale nel 1504 completando la decorazione della volta e delle pareti con la rappresentazione del Giudizio Universale realizzò il suo capolavoro.
Da vedere anche l’organo del XVI sec., opera di Ippolito Scalza e Cesare Nebbia; posto sopra la cappella del Corporale é quello che può essere definito il capolavoro dell’artista orvietano Ippolito Scalza: una Pietà scolpita da un monolite marmoreo nel 1579.
Palazzo Soliano, o dei “Papi”, fatto edificare nel 1297 da papa Bonifacio VIII, al primo piano ospita il Museo dell’Opera del Duomo.
Il Palazzo Papale, perla dell’architettura gotica del XIII sec. e sede della sezione archeologica del già citato Museo dell’Opera del Duomo, al suo interno è sistemato il fortissimo Archivio dell’Opera del Duomo.
Palazzo Faina, sede dell’importante Museo Claudio Faina.
La Torre di Maurizio, probabilmente opera di Matteo di Ugolino da Bologna, ospita nella sommità, oltre la statua bronzea di Maurizio, tre campane che scandiscono i quarti e le ore con i rintocchi provocati dal martello dell’instancabile Maurizio e la chiesetta di San Giuseppe, costruzione a pianta centrale del 1685.
Il Palazzo Comunale del XIII sec. e la chiesa di Sant’Andrea a tre navate che custodisce affreschi del XIV e XV secolo e reperti risalenti dalla Preistoria al Medioevo rinvenuti nei sotterranei.
La chiesa di San Lodovico che possiede una tela di Girolamo Nebbia del 1637: la “Madonna col Bambino, angeli e San Lodovico”, ed una tavola di Andrea di Giovanni del 1410.
La chiesa di San Giovanni con il pezzo più importante, costituito da un dipinto su tavola del 1356, posto sull’abside, attribuito alla scuola di Ugolino di Prete Ilario, raffigurante una “Madonna col Bambino” e denominato “Fonte”.
Il Pozzo Etrusco della Cava, del V sec. a.c., ubicato sotto il piano stradale, profondo circa venticinque metri e utilizzato fino al 1646.
Palazzo Filippeschi Petrangeli e al Palazzo Caravajal del sec. XVI.. Tutti e due gli edifici sono caratterizzati da un bel portale d’ingresso e dalla struttura rinascimentale.
La chiesa di San Giovenale, in stile romanico-lombardo dell’XI sec, custodisce affreschi di artisti orvietani del XIII e XV secolo.
L’ex chiesa di Sant’Agostino con un bel portale gotico del XIV sec..
La Torre del Moro, denominata fino al XVII sec. “Torre del Papa”, che con i suoi quarantadue metri svetta sopra gli altri edifici
Il Palazzo del Popolo, edificato nel 1257 in stile romanico-gotico, è oggi Centro Congressi.
Palazzo Bracci e la chiesetta di San Rocco, romanica, che custodisce all’interno alcuni affreschi.
La chiesa di San Domenico, consacrata nel 1264 da Tommaso d’Aquino, è la prima costruzione Domenicana nel mondo. L’interno custodisce un opera di Arnolfo di Cambio del 1285 (Monumento funebre al cardinale Guglielmo de Bray); dipinti di Cesare Nebbia, un Crocifisso Ligneo del XIII sec., (che si vuole abbia parlato a San Tommaso D’Aquino); la cappella della famiglia Petrucci di Siena, opera del Sanmicheli del 1517.
Il Teatro Comunale Mancinelli (XIX sec.), con decorazioni e dipinti dell’epoca.
La chiesa di Santa Maria dei Servi, costruzione in stile Neoclassico, con al suo interno, opere del ‘300· ‘400, un’acquasantiera ed un crocifisso in legno.
La chiesa di San Francesco, edificata nel Duecento, possiede all’interno, tele del Nebbia e del Gagliardi, un bel coro ligneo e opere d’intaglio del ‘700.
La chiesa di San Lorenzo De’Arari, così chiamata poiché l’altare è ricavato da un’ara etrusca, custodisce un ciclo pittorico della prima metà del ‘300 e, nella cappella centrale, un ciborio del XII sec..
La chiesa del Gesù, del XV-XVI sec. con l’interno in stile Barocco in cui è custodita una tela del Pantani del XIX sec. raffigurante il”Bambino Gesù tra i santi Francesco, Chiara e Agnese”.
La Necropoli di Crocifisso del Tufo del VI sec. a.c. costituisce un interessante reperto di tombe a camera utilizzate a partire dall’VIII al III secolo a. C.
Da visitare nei dintorni
Il complesso abbaziale premonstratense dei SS. Severo e Martirio (XII sec.) è sovrastato da una suggestiva torre in laterizi a pianta dodecagonale con coronamenti di merli la cui struttura, voluta da Matilde di Canossa, è alleggerita da bifore e monofore. L’abbazia si compone di diversi edifici: il refettorio, dove si trova un affresco del ‘200, la chiesa abbaziale oggi sede di un’ottima ricettività e la chiesa, con un bel portale ed uno stupendo pavimento realizzato da marmorai cosmateschi.
Il convento di San Crispino, edificato dai frati Cappuccini, possiede un affresco del ‘700, parte della settecentesca biblioteca e la cella di San Crispino, elevato a “Santo” nel 1988 da papa Giovanni Paolo Il.
Meritano una visita anche le frazioni di Prodo, dove c’è il trecentesco castello; Sugano le cui origini risalgono al IV sec. a.c.; Tione noto per le sue acque oligominerali e Corbara con il suo castello e l’antico borgo.
Museo Archeologico “Claudio Faina” – Piazza del Duomo I Tel. 0763-341216 o 341511. Museo Emilio Greco – Piazza del Duomo Tel. 0763-344605.
Museo Archeologico Nazionale – Piazza Duomo-Palazzo Papale Tel. 0763-341772.
Museo dell’Opera del Duomo – Piazza Duomo – Palazzo Soliano Tel. 0763-342477.
Cappella di San 8rizio – presso Museo Opera del Duomo.
Necropoli Etrusca – per informazioni Tel. 0763-343611,
Orvieto “Pozzo di San Patrizio” viale Sangallo Tel. 0763-343768.
La felice posizione geografica ha consentito alla città di sviluppare una struttura economica che abbraccia tutti i campi: l’agricoltura con il suo prestigioso vino DOC “Orvieto” e numerose aziende vinicole, l’artigianato con la produzione di maioliche, ceramiche mobili in legno, ferro battuto, merletti, ecc., il commercio, l’industria e il turismo
Orvieto ha dato i natali ad eminenti personaggi quali: l’architetto Angelo da Orvieto (1300), il pittore Ugolino di Prete Ilario (1300), il pittore Cesare Nebbia (ca. 1535-1614), la famiglia Scalza con: l’architetto e scultore Ippolito (1532-1617), lo scultore Vico (1600) e l’architetto e mosaicista Francesco di Ippolito (1600), il poeta Simone Prudenzani (1387-1440), la cantante Erminia Trezzolini (1818-1884), il poeta dialettale Giuseppe Cardarelli (1848-1914), il musicista Luigi Mancinelli (1848-1921), il fisico Adolfo Cozzi (1848-1910), il giornalista Luigi Barzini (1874-1947).
Religiose/Tradizionali: Giugno, la domenica del Corpus Domini “Festa del Corpus Domini”. Maggio, domenica di Pentecoste, “Festa della Palombella”. 14 Agosto (di sera), vigilia dell’”Assunzione”, con solenne processione; la domenica successiva alla Pentecoste, “Palio dell’Oca” che si svolge sulla piazza del Popolo, con pista in terra battuta, e vede la disputa fra i vari cavalieri delle due antiche contrade (Pistrella e Cava) con gare di abilità a cavallo.
Sportive: Maggio, gara automobilistica “Orvieto-Colonnetta di Proda”, detta della “Castellana”.
Fiere: domenica antecedente il Corpus Domini “Fiera della funicolare”; durante la “Festa della Polombella”,”C’era una volta”.