L’ Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato istituito con D.P.R. il 6 agosto 1993, è sottoposto a vigilanza del Ministero dell’Ambiente e della Protezione del Territorio e del Mare, ai sensi della Legge 6 dicembre 1991 n. 394.
L’Ente Parco ha sede legale e amministrativa nel Comune di Visso.
I FIORI
Comprende la zona più settentrionale del parco con i prati di Ragnolo dove, nel periodo estivo si possono osservare splendide fioriture di orchidee, liliace ed altre interessanti specie come la fritillaria dell’Orsini, il narciso o l’astro alpino. Nella valle del Fiastrone, impressionante forra scavata dalle acque, si trova la Grotta dei Frati antico e suggestivo eremo dei monaci Clareni, dell’anno mille. Risalendo lungo il fiume, a monte del lago di Fiastra, dove si rispecchiano le vette dei monti circostanti, si possono raggiungere la suggestiva valle dell’Acquasanta con le sue splendide cascate e la grotta dell’orso, toponimo che testimonia la passata presenza di questa specie anche sui Sibillini.
Appartengono a questo versante i Comuni di: Acquacanina, Bolognola, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte, San Ginesio.
LA STORIA
Il versante dell’Alto Nera e delle sue Guaite La tradizione vuole che Visso, oggi sede del Parco Nazionale, sia stato fondato ben 907 anni prima dell’era di Roma e che, dal suo riconoscimento come libero comune e fino all’ invasione napoleonica, fosse diviso in cinque distretti chiamati “Guaite” che comprendevano anche Castelsantangelo ed Ussita. Un territorio ricco di castelli e torri di vedetta, che ancora oggi caratterizzano la struttura di numerosi centri abitati, edificati dai valligiani per difendersi dalle ripetute incursioni dei Saraceni. Dal punto di vista naturalistico, in quest’area, risultano interessanti le Gole della Valnerina, scavate dall’impetuoso fiume Nera, che sono percorribili con l’auto, e il massiccio montuoso, di aspetto dolomitico, del M. Bove, dove si possono rinvenire tutte leassociazioni vegetali d’alta quota, tipiche dei Sibillini.
Appartengono a questo versante i Comuni di: Castelsantangelo sul N., Pievebovigliana, Pieve Torina, Ussita, Visso.
IL SACRO
Cuore di questo importante settore del parco è Norcia , patria di S. Benedetto patrono d’Europa, famosa per il suo splendido centro storico, la piazza con la chiesa (XIV-XVIII sec.) dedicata al Santo, il Duomo (XVIII sec.) ed altri interessanti edifici storici. Da qui partono le escursioni: alle “marcite”, originale sistema di irrigazione permanente dei prati realizzato, secondo alcuni, sin dai tempi dei Monaci Benedettini; ai Piani di Castelluccio, che sono costituiti da due ampie piane di origine carsica, in mezzo alle quali si erge l’omonimo centro abitato; all’Abbazia di S. Eutizio, fondata alla fine del V° secolo e divenuta famosa per la capacità dei monaci di curare i malati con le preziose e medicamentose erbe dei Monti Sibillini.
Appartengono a questo versante i Comuni di Norcia e Preci.
LA NATURA
Negli esseri viventi dei Sibillini è incarnato quello “Spirito selvaggio” che contribuisce a rendere indimenticabile ogni esperienza vissuta fra questi monti. Qui la vegetazione tende, come d’incanto, a cambiare man mano che ci si sposta dallo zoccolo basale dei Sibillini, posto ad un’altitudine media di 500 m, alle cime più elevate. Fino a circa 1000 m predomina infatti il bosco di roverella, carpino nero e orniello, quindi la faggeta, prima mista e poi pura. Oggi però il limite della vegetazione forestale risulta essere intorno ai 1700-1750 m, ovvero circa 100 m inferiore a quello originario; ciò a causa dei tagli, effettuati in passato, per favorire lo sviluppo delle aree pascolive. Al di sopra del limite potenziale del bosco si sviluppano invece i pascoli primari o naturali dove si possono rinvenire specie assai rare e pregiate. Artemisia (petrosa ssp. eriantha), la stella alpina dell’Appennino (Leontopodium alpinum ssp. nivale) ed inoltre Viola eugeniae, Anemone millefoliata, Gentiana dinarica, Dryas octopetala; nei ghiaioni e nelle zone detritiche è inoltre possibile rinvenire Drypis spinosa ssp. spinosa, Isatis allionii, Linaria alpina, Robertia taraxacoides, ecc. Rilevante è anche la presenza di Ephedra nebrodensis nella Valnerina e di Carex disticha che, nel Pian Grande, ha una delle sue due uniche stazioni italiane. Anche la fauna è molto interessante. In particolare, fra i mammiferi ricordiamo il lupo, l’elusivo gatto selvatico, l’istrice, che diffusosi solo da qualche decennio, occupa le zone più termofile e il capriolo. Grazie a specifici progetti di reintroduzione oggi nel Parco sono tornati a vivere il cervo e il camoscio appenninico. Fra gli uccelli sono invece da ricordare l’aquila reale, che dall’istituzione del parco ha iniziato a nidificare anche in zone abbandonate da anni, l’astore e lo sparviero, tipici abitatori dell’ambiente boschivo e il falcone pellegrino. Fra gli strigiformi è invece presente il gufo reale, mentre fra i galliformi, la coturnice meridionale. Frequenti sono anche il gracchio alpino e quello corallino. Interessante è inoltre la presenza del piviere tortolino, del codirossone, del sordone, del fringuello alpino e del picchio muraiolo. Fra i rettili è particolarmente interessante la presenza della vipera dell’Ursini che sui M. Sibillini raggiunge il limite settentrionale di diffusione in Italia. Quanto agli invertebrati ricordiamo il chirocefalo del Marchesoni, endemico del lago di Pilato.
I CENTRI ABITATI
Il Parco Nazionale dei M. Sibillini è caratterizzato da una diffusa presenza di centri e nuclei d’origine medioevale : Acquacanina, Amandola, Arquata del tronto, Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Cessapalombo, Fiastra, Fiordimonte ,Montefortino ,Montegallo , Montemonaco , Norcia , Pievebovigliana, Pievetorina, Preci, San Ginesio, Ussita, Visso.
LA PRODUZIONE AGRICOLA
Grande è la varietà dei prodotti agricoli di questo straordinario territorio: dalle mele rosa, ai gustosi marroni, al miele sopraffino, ma anche alcune ricercate leguminose quali l’ineguagliabile lenticchia, la roveja, ottima per fare un’originale polenta caratteristica per l’intenso color verde, la cicerchia o il farro, senza peraltro dimenticare il prezioso e prelibato tartufo. Da ricordare inoltre le carni bovine e ovine che, grazie proprio alla originalità e provenienza dal territorio, costituiscono per l’acquirente, una certezza anche sotto il profilo alimentare.