La fabbricazione nelle campagne di oggetti d’uso quotidiano e l’arte colta dell’intaglio, che espresse mirabilmente il rinascimento e il barocco umbri negli apparati decorativi lignei di chiese e palazzi, sono i due modi nei quali si è applicata in Umbria questa antica e vitale produzione. Oggi, l’artigianato del legno guarda alla tradizione nelle specializzazioni del restauro e dei mobili in stile, mentre è rivolta al futuro nell’evoluzione verso vivaci forme industriali. Queste differenti modalita di praticare l’antico mestiere di falegname si ritrovano un po’ ovunque e in particolare a Città di Castello, Todi, Assisi e Perugia, mentre a Orvieto si lavora il legno con originale modernità. Anche la lavorazione del ferro battuto è una specializzazione artigianale tipica della civiltà contadina, come ben illustra il Centro di Documentazione delle Tradizioni popolari di Garavelle, presso Città di Castello.
Considerando i maggiori centri di produzione, tra cui Assisi e Città della Pieve, Gubbio eccelle nella fabbricazione di armi che riproducono modelli antichi, Norcia fu rinomata già nel Cinquecento per la produzione di ferri chirurgici, Villamagina è specializzata in lime e raspe, mentre Magione si distingue per la lavorazione a sbalzo del rame.