Pinturicchio o Pintoricchio nome d’arte di Bernardino di Betto (Perugia, 1454 – Siena, 1513) è stato un pittore italiano, allievo del Perugino.
Datate 1473 sono le due tavolette con Storie di san Bernardino: la Guarigione del paralitico e Liberazione del prigioniero probabilmente su impostazione del giovane Perugino, a cui il Pinturicchio aggiunse costumi ed elementi paesistici pittoreschi.
Partecipò alla decorazione della Cappella Sistina a Roma, come aiutante del Perugino, eseguendo gli affreschi, impostati da quest’ultimo, con Viaggio di Mosè e Battesimo di Cristo.
Nel 1486 eseguì gli affreschi con Storie di san Bernardino nella Cappella Bufalini della chiesa romana dell’Aracoeli, successivi sono gli affreschi della Cappella del Presepio in Santa Maria del Popolo a Roma.
Tra il 1492 e il 1494 eseguì, in collaborazione con Antonio del Massaro da Viterbo, detto il Pastura, la decorazione dell’Appartamento Borgia in Vaticano, dove prevaleva il gusto per una decorazione sovraccarica con dorature e grottesche, con temi più e meno tradizionali: oltre a Profeti, Sibille, Virtù, Arti Liberali e Scene della vita di Cristo, di Maria e dei Santi, vengono inserì motivi paganeggianti, tratti dalla mitologia, volte a celebrare in modo allegorico il committente.
Fritz Saxl ne parla in questo modo: “Eppure non esiste forse in questo periodo nessun’altra opera in cui il paganesimo e l’orgoglio individuale abbiano potuto manifestarsi con altrettanta nettezza che nell’appartamento Borgia”.
Dal 1495 lavorò alla Pala di Santa Maria dei Fossi, (opera oggi conservata presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia).
Nel 1501 affrescò con le Storie di Maria la cappella Baglioni in Santa Maria Maggiore di Spello in cui dipinse un suo autoritratto.
Nel 1497 ha realizzato gli affreschi della Cappella Eroli nel Duomo di Spoleto commissionati dal Vescovo Costantino Eroli (Madonna con Bambino con santi e nella lunetta sormontata dallo stemma degli Eroli Dio benedicente con angeli e arcangeli).
Traccia del passaggio dell’artista a San Gimignano è la pala d’altare con la Madonna in gloria tra san Benedetto e san Gregorio, realizzata nei primissimi anni del Cinquecento e che oggi possiamo ammirare nel Museo Civico di quella città.
La tavola, di fattura assai pregevole, presenta la Madonna racchiusa entro una mandorla composta da testine di Angeli osannanti.
In primo piano, inginocchiati, con lo sguardo rivolta alla Vergine, vediamo, sulla destra san Gregorio e sulla sinistra san Benedetto.
Dal 1505 lavorò alla decorazione della Libreria Piccolomini presso il Duomo di Siena, con l’ Incoronazione di Pio II e Storie di Pio II, per alcune di queste si valse della collaborazione del giovane Raffaello, suo è il cartone con la Partenza di Enea Silvio Piccolomini per il concilio.
Nel mosaico pavimentale è la scena allegorica con La via della Virtù, in alto è, fra i filosofi antichi Socrate e Crates, che getta in mare oro e gioielli, la figura allegorica della Sapienza, in basso è la stretta via della Virtù, percorsa da vari personaggi, sulla destra è la Fortuna, in equilibrio instabile, con un piede su una sfera e uno su una barca, caratterizzata da una cornucopia, simbolo dell’abbondanza e da una vela, appartenente all’albero spezzato della nave, su cui poggia un piede, e simbolo di successo infelice.
Intorno al 1509 lavora agli affreschi del presbiterio di Santa Maria del Popolo a Roma.
Morì nel 1513, ricco, ma in solitudine, abbandonato dalla moglie fedifraga e dimenticato dai cinque figli.
Fu sepolto a Siena, nell’Oratorio dei Santi Vincenzo e Atanasio.