Cascia

Cascia è uno dei centri di maggiore rilevanza turistica del centro Italia, un profondo legame al perido medievale e ponendosi come una delle maggiori mete turistiche della regione Umbria per le chiese, i palazzi e la spiritualità. Il centro offre interessanti escursioni alla scoperta della storia e della cultura dell’Umbria e delle meraviglie nascoste di questo piccolo centro.
Cascia è attualmente un meraviglioso scrigno di arte e cultura del Medioevo, riuscendo a inserirsi tra i luoghi più belli ed affascinanti dell’Umbria.

  • Abitanti: Casciani
    Altezza s.l.m.: 653 m
    Distanza da Perugia: Km 106
    Giorni di mercato: Mercoledì di ogni mese

    Frazioni: Atri, Avendita, Buda, Castel S. Giovanni, Castel S. Maria, Cerasola, Chiavano, Civita, Colforcella, Collegiacone, Colmolino, Coronella, Fogliano, Logna, Maltignano, Ocosce, Onelli, Opagna, Poggio Primocaso, Roccaporena, San Giorgio, Santa Anatolia, Trognano, Villa S. Silvestro, S. Trinità, Fustagna, Piandoli, Giappiedi, Capanne di Collegiacone, Sciedi, Valdonica, Capanne di Roccaporena, Tazzo, Manigi, Serviglio, Colle S. Stefano, Puro, Palmaiolo

    Stazione Ferroviaria:
    FS Spoleto a 48 Km

    Autostrade:
    Autostrada A1 (uscita a Orte o Valdichiana) Autostrada A 14 (uscita Ancona o Civitanova Marche o S. Benedetto del Tronto).

    Provincia di Perugia
    Informazioni turistiche IAT.
    Tel. 0743-71147

    Ass. Turistica Pro Cascia
    P.zza Garibaldi
    Tel. 0743-71147

    Conshotel Cascia Cons.Operatori Turistici della Valnerina
    Tel. 0743-71147

  • Cascia è una cittadina circondata da verdi montagne nel distretto  appenninico a sud dei Monti Sibillini, incastonata sul colle di Sant’Agostino sotto le cui pendici si snodano le acque del fiume Corno. Fu un antico insediamento di origine italico del VI- V sec. a.C, poi conobbe l’alternari di varie genti: gli Umbri, gli Etruschi, i Sabini e poi i Romani.Di  recente molti reperti archeologici venuti alla luce (lo splendido tempio Villa di San Silvestro del 290 a.C, rinvenuta in località Pian di Chiavano del periodo pre-romano e altri resti del periodo romano) testimoniano che  Cascia fu  un centro importante.Si narra che Vespasia Polla, madre dell’imperatore Vespasiano, fosse nativa di queste zone.Cascia,  fu distrutta nel 63 a.C,  e poi ricostruita. Con la caduta dell’Impero Romano, Cascia subì la sorte di molti insediamenti ubicati in umbria infatti fu depredata e  devastata dai Goti di Totila, poi dai Longobardi e nuovamente distrutta dai Saraceni nel IX sec.A partire dal XII sec.Cascia divenne Comune autonomo, ma questo periodo fu animato  da guerre contro le città vicine e lotte intestine  tra guelfi e ghibellini.Da ricordare nella seconda metà del 1400 la costruzione della Rocca fatta erigere dal Pontefice Paolo Il, come avamposto militare della cittadina. Nella prima metà del XVI sec., la Rocca fu agli attaccata dai seguaci dei Colonna che tentarono invano d’impadronirsene.Nel 1517 fu smantellata per ordine di papa Leone X.Nel 1527 la  devastazione da parte delle truppe di Sciarra Colonna preannunciò  una nuova guerra con Spoleto. Cascia, caposaldo dello Stato Pontificio, ne seguì i destini fino al 1860, quando fu annessa allo Stato Italiano.

  • Cascia  presenta la classica struttura di castello poggiato su  pendio, caratteristica che si riscontra su molti centri abitati nell’area umbro-sabina.

    A valle, sono presente numerosi edifici ricettivi che accolgono ogni anno migliaia di turisti che giungono qui da tutto il mondo.

     

    Innumerevoli sono gli scorci che si aprono agli occhi del visitatore: se si inizia il nostro cammino da da Piazza Garibaldi  troviamo  ubicata la chiesa di S. Francesco . L’edificio, in stile gotico, del 1424 edificato sui resti di un preesistente monastero del ‘200 ad opera del vescovo Antonio Elemosina . La facciata della chiesa di S. Francesco si presenta con un portale sormontato da una lunetta con un affresco quattrocentesco e un rosone.

    La pianta architettonica è a croce latina. All’interno della chiesa possiamo notare  una serie di imprtanti opere d’arte: decori e stucchi del XVIII sec., un coro Iigneo trecentesco e varie pitture tra le quali: 1”’Ascensione”, opera del 1596 di Niccolò Circignani, detto il Pomarancio; una “Trinità e Adorazione dei Pastori”, un “S. Benedetto”, opera del XV sec. di Bartolomeo di Tommaso da Foligno, ed affreschi del XV sec. di scuola umbra e senese.

     

    Alla chiesa di S. Antonio Abate attigua  all’ex monastero Benedettino  si giunge  uscendo dalla Porta Orientale. La chiesa di S. Antonio, ricostruita tra il XIV e il XV secolo, presenta al suo interno  pregevoli affreschi: nel presbiterio una sequenza delle “Storie del Santo”, dell’inizio del XV sec., opera del pittore umbro Maestro della Dormitio; nell’ex monastero le “Scene della Passione” del 1461, opera di Nicola da Siena.

     

    In via XX settembre (rientrati da Porta Leonina),  è collocata la Collegiata di S. Maria. Risalente al IV·VI sec., restaurata, sono visibili nella parte nord ancora oggi   porzioni della originaria struttura romanica. La Collegiata di S. Maria presenta una facciata con un timpano e da due portali, uno del 1535 e l’altro del 1621. All’interno, (di architettura cinquecentesca), possiamo ammirare le seguenti opere: sulla navata sinistra affreschi del XIV sec., tra cui una “Deposizione” del 1462 di Nicola da Siena; una tavola con cornice Iignea e “Predella” detta della “Pace” del 1547, opera di Camillo e Gaspare Angelucci , una tela raffigurante “I Misteri del Rosario” di Nicolò Frangipani.

     

    Ma la mèta principale di migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo è : il Santuario di Santa Rita a cui si arriva percorrendo via Santa Chiara.. La sua costruzione venne iniziata nel 1936 progettata da Monsignor Spirito Maria Chiapetta, rielaborato dal Martinenghi e dal Calori.

    I lavori furono terminati nel 1940 e il Santuario di Santa Rita aperto al culto nel 1948. Divenne Basilica per oprea di  Pio XII nel 1955.

    Figura promotrice della costruzione del santuario fu Madre Teresa Fasce, (proclamata poi Beata), superiora per molti anni dell’attiguo convento.

    Si narra, che Madre Teresa Fasce in vita fosse in continuo colloquio con Santa Rita.

     

    Il  Santuario esternamente è  rivestito in travertino, presenta due affusolati campanili gemelli e da rilievi ai lati del portale (opera di E. Pellini), raffiguranti “Fatti della Vita di S. Rito”.

     

    Se ci portiamo all’interno possiamo ammirare le seguenti opere realizzate tra il 1950 ed il 1956 : gli affreschi di Luigi Montanarini raffiguranti lo “Spirito Santo e La Gloria dei Santi Agostiniani”; gli affreschi di Silvio Consadori; sulla sinistra la Cappella di Santa Rita (dov’è custodito in un’urna di vetro il corpo della Santa), affreschi di Ferruccio Ferrazzi, e di F. Taragni (“Sante Agostiniane”), tele di G.B. Galizi (“Episodi della vita di Santa Rito”); a destra la Cappella dell’Assunta, affreschi di Gisberto Ceracchini (“l’Assunzione”) e nella Cappella del Sacramento, affreschi di Luigi Filocamo raffiguranti “l’Ultima Cena”. Inoltre è possibile ammirare  le stazioni della “Via Crucis”, realizzate in marmo, sono opera di E. Pellini.

    L’altare maggiore presenta una serie di sculture di Giacomo Manzù collocate nel 1981 durante le celebrazioni del sesto centenario della nascita di Santa  Rita.

     

    L’intero perimetro dell’edificio è costeggiato da un matroneo riservato alle suore Agostiniane.

     

    La Basilica Inferiore del 1988, ospita la tomba di Madre Teresa Fasce e i resti con la Sacra Reliquia del “Corpus Christi” del Beato Agostiniano Simone Fidati (1285-1348). La reliquia è un’ostia, ancora impregnata di sangue, che il beato Simone portò con se a Cascia  Si narra che l’ostia gli fu data da uno scettico sacerdote senese che,  l’aveva conservata sciattamente nel suo libro di preghiere per portare l’Eucarestia ad un malato. Ma  quando riaprì il libro trovò l’ostia pregna di sangue.

     

    Come detto a fianco della   Basilica di Santa Rita vi è il Monastero di S. Rita, del XII secolo, in origine ceduto alle Benedettine, ma dalla prima metà del XIV sec. passò alle Agostiniane.

    Qui  sono raccolti i luoghi che hanno segnato la vita spirituale  della Santa: nel Cortile del ‘400 si trova la “vite miracolosa”; l’Oratorio, dove la Santa ricevette davanti l’affresco del Crocifisso, nel 1432 la spina stigmatica che porterà per tutta la vita; la Cella dove la Santa visse e morì e dove è tenuto il sarcofago ligneo che ne ospitò le spoglie alla sua morte, l’anello nuziale e la Corona del Rosario.

     

    Posta sulla sommità del colle di Sant’Agostino c’è la chiesa di Sant’Agostino costruita nel 1059 per volere di papa Nicolò Il.

    La facciata risalente al 1380 in puro stile gotico, è caratterizzata da un portale ogivale recante una lunetta con un affresco del 1390 di scuola umbra o camerinese. Internamente troviamo diverse opere d’arte: una tela del 1609 di Virgilio Nucci, affreschi quattrocenteschi di scuola umbra e, nella sottostante cripta, un bellissimo affresco del ‘300 di scuola umbro- marchigiana.

    Da vedere nei dintorni

    Come non visitare il borgo di Roccaporena, paese natale di Santa Rita. A circa sei chilometri da cascia, nel cuore del verdeggiante paesaggio montano. A Roccaporena ci sono la casa natale e quella maritale della Santa; la chiesa di San Montano dove la Santa si sposò; l’Orto del Miracolo, dove in un freddo inverno del 1457 (pochi giorni prima della sua morte) fiorì una rosa e maturò un fico; il Lazzaretto, ove essa operò a favore dei sofferenti; la Via Crucis ed infine lo Scoglio della Preghiera, dove la Santa si ritirava in solitudine per meditare e pregare.

    Sempre a Rocca Porena si trova il moderno Santuario e le attigue  strutture dell’ “Opera S. Rita”: il centro di accoglienza per i minori, la sala dei congressi ed il complesso degli impianti sportivi.

  • Il turismo ed il commercio annesso, costituiscono il punto chiave dell’economia locale, supportato, da un completo sistema ricettivo che fa fronte a migliaia  di turisti  provenienti dal resto dell’Italia e da tutto il mondo .

    Cascia è poi famosa per la produzione di insaccati (questa zona è conosciuta per la sua antica tradizione Norcina) salami, prosciutti, lonze; per la lavorazione delle carni bovine e del famosissimo tartufo nero della Valnerina il cui abbinamento ai piatti tipici della zona costituisce un forte richiamo per gli amanti della cucina tipica umbra.

    L’artigianato, che vanta una lunga tradizione si segnala per: il ferro battuto, gli oggetti in legno e rame.

  • Museo Comunale di Palazzo Santi: via G. Palombi, tel. 0743-7510 I O. Museo Chiesa di Sant’Antonio Abate: Pzza A. Moro, tel. 0743-753055. Pinacoteca Comunale via G. Palombi,Tel. 0743-71126.Roccaporena: lo scoglio della Preghiera dove Santa RitQ si ritirava in preghiera in soli/udine

    Palazzo Comunale, Pzza A. Moro, tel. 0743-751377. Custodisce l’Archivio Storico, la Biblioteca e l’Archivio Notari/e, ricchi di pergamene del’200, riformanze del ‘400 ed altri manoscritti tel. 0743/753009.

    Monastero di Santa Rita: visite guidate secondo gli orari affissi all’esterno (Tel. 0743-76202-76476).

  • Cascia  è universalmente conosciuta in tutto il mondo cristiano e non per essere la città dove è nata e Santa Rita da Cascia (canonizzata da Leone XIII il 26 maggio del 1900).

    Nel 1381 nasceva a Roccaporena, Margherita Lotti, che diventerà poi  S. Rita da Cascia.

    In giovanissima età (quindici anni)  dovette sposare un giovane del luogo, Paolo di Ferdinando. Fu uomo rude, pagò con la vita la sua volontà di allontanarsi dalle pericolose faide politiche dell’epoca e redimersi. I due figli di Rita si ripromisero vendetta e Rita, addolorata per la morte del marito, supplicò il Signore di dare la morte ai figli pur di non vederli macchiarsi di un delitto.

    Rimase sola, travolta dal dolore, si ritirò nel convento di Cascia (convento degli Agostiniani) dove morì il 22 maggio del 1457. Trascorse la vita immersa nel suo dolore, offrendolo a Dio ed operando una serie di miracoli, che rivelarono a tutto il modo la sua santità.

    La mèta principale di migliaia di pellegrini provenienti da tutto il mondo è  il Santuario di Santa Rita, qui i fedeli giungono con la speranza di ricevere conforto alle preocupazini e i dolori della vita  di tutti i giorni e proprio questa speranza non vana, costituisce il grande miracolo della taumaturga Rita

  • Religiose-Tradizionali-Culturali:

    il 17 gennaio, “Festa di San ‘Antonio Abate”, con benedizione degli animali e processione di questi accompagnati da contadini e pastori in costumi tradizionali;

    domenica successiva al 17 gennnaio, “Rassegna delle Pasquarelle”, ha luogo dopo la processione della festa di S.Antonio, e consiste in una esibizione canora di diversi gruppi provenienti dalle frazioni e dalla Valnerina che si alternano in canti tradiizionali natalizi.

    Venerdì Santo, “Processione notturna del Cristo Morto”, organizzata dalla Confraternita della Buona Morte caratterizzata dalla presenza di una lunga teoria di penitenti.

    21 maggio inizio dei “Festeggiamenti Ritiani”

    il 22 maggio il “Corteo Storico” in costumi delll’epoca e la Benedizione delle Rose”.

    Quarta domenica di giugno a Roccaporena chiusura dei festeggiamenti Ritiani con la “Festa della Rosa e delle Rite”.Nel mese di agosto appuntamenti musicali, teatrali e culturali in occasione del “Ferragosto Casciano”.

    Fiere:

    Primo mercoledi di ogni mese: 23 maggio; 13 agosto.