I rinvenimenti che hanno caratterizzato tutta l’asta del fiume danno la possibilità di comprendere come, anche in periodi distanti da noi parecchie migliaia di anni, lo stesso avesse già assunto una sua centralità e quindi fungesse da richiamo insediativo, caratterizzandosi attraverso alcune peculiarità ben precise e favorevoli alla vita.
Il quadro storico che scaturisce dall’indagine svolta nel territorio, attualmente compreso nel Parco Regionale del Tevere, rivela appunto una continuità della presenza umana che può essere almeno fatta risalire alla fase del neolitico.
Infatti a questo periodo risalgono i rinvenimenti di Ilci, Torri e Ponticello che sono attualmente conservati nel Museo archeologico di Perugia: raschiatoi, coltelli, accette levigate di pietra verde e cuspidi rinvenuti nelle vicinanze di Roccaccia di Titignano a circa 140 m. sopra il livello del fiume, nelle grotte dette Pozzi della Piana.
Il Tevere inoltre ha svolto la funzione di cerniera tra la civiltà degli Etruschi posta, per la maggior parte ad occidente di esso, della quale ricordiamo in Orvieto uno dei principali insediamenti, e quella degli Umbri situata ad oriente.
Gli Umbri si stanziarono sulla sponda sinistra del Tevere con insediamenti che non ebbero l’aspetto di città, ma di cinte fortificate e santuari d’altura che costituivano dei punti di aggregazione per una popolazione articolata in piccoli nuclei.
Testimonianza di questo sistema insediativo – difensivo sono il territorio di Guardea ove sulla sommità del monte Castellari e del monte Pianicel Grande si trovano resti di una cinta fortificata circolare.
Queste fortificazioni primitive erano destinate al controllo dell’asse viario collinare che congiungeva i territori degli Umbri e degli Etruschi meridionali.
Sono da attribuire agli Umbri i terrazzamenti in opera poligonale lungo il fosso Marutana databili probabilmente al IV sec. a. C.
Il rinvenimento più rilevante ad oggi attribuibile a queste popolazioni è la necropoli sita nei pressi di Montecchio e precisamente nel vallone di S. Lorenzo, che comunque evidenzia nello stile dei reperti rinvenuti una prepotente influenza della cultura etrusca.
Gli Umbri, infatti, all’atto delle conoscenze che fino ad oggi abbiamo, non erano organizzati in consistenti centri urbani ed entrano definitivamente nell’orbita di Roma a seguito delle guerre combattute dal IV al III sec. a. C. e questo processo può dirsi concluso con la costruzione della Via Flaminia nel 221 a. C. Completamente diversa la situazione sulla sponda destra occupata dagli Etruschi che fondano i primi centri urbani assai presto, già nell’VIII sec. a. C., dei quali il più importante è Perugia.
Il centro storicamente più rilevante del Parco del Tevere, Todi nasce come collegamento tra direttrici commerciali, ma la funzione di confine tra Umbria ed Etruria, svolta dal fiume durante l’antichità la rende anche luogo d’incontro tra popoli.
Questa sua vocazione si rivela anche nel nome Tutere, derivato da una forma etrusca originale Tular, con il significato di confine e dunque in sintesi Tuder significa “città di confine”.
Todi quindi, situata ad oriente del Tevere, fu insieme confine e testa di ponte per la civiltà etrusca.
Momenti storici salienti per questa zona si ebbero dopo l’alleanza con Camerinum – Camerino ed Ocricolum – Otricoli nel 310 a.C., dopo la sconfitta di un esercito umbro nei pressi di Mevania – Bevagna nel 308 a.C. e soprattutto dopo l’assedio e la conquista di Nequinum – Narni nel 299 a.C. L’avvenimento storico conclusivo e decisivo fu la vittoria che i Romani riportarono a Sentinum – Sentino nel 295 a.C. Tuder – Todi in questo scenario di guerra molto probabilmente figurò con le sue milizie a fianco dei romani, tanto è vero che fu la prima delle città dell’attuale Umbria ad essere dichiarata municipium e a ricevere lo ius latinus.
Tuder fu forse interessata anche dal passaggio delle colonne annibaliche che si dirigevano verso Spoletium – Spoleto passando aldilà del corso del Tevere nei pressi della località di Monte Molino.
Da questo momento in poi l’Umbria godette di un periodo di pace che durò fino alla Guerra Sociale.
Durante la Guerra Civile l’Umbria fu danneggiata a causa della sua posizione filodemocratica, subì confische e l’impianto di guarnigioni militari su tutto il territorio, in particolare chi ne ebbe a soffrire di più furono Spoletium, Tuder e Interamna – Terni.
L’Umbria patì l’assegnazione ai legionari romani di vasti territori e Todi divenne sede di una colonia militare ed il suo territorio fu riservato alla XLI legione “Fida”, avvenimento che cambiò il suo nome in “Colonia Julia Fida Tuder”.
Il corso del Tevere in epoca romana vide notevoli miglioramenti legati soprattutto alla sua fruibilità commerciale, sorsero infatti, i porti di Otricoli, di Paliano, di Todi e di Torgiano, che fungevano da punto di partenza dei prodotti locali sia verso la capitale che verso aree più vicine
A sud della gola del Forello lungo le sponde del lago di Corbara notevole è la ricchezza di reperti archeologici costituiti da ville rustiche di epoca romana e da piccole necropoli ad esse associate che si riallacciano al sistema di insediamenti produttivi presente nel territorio di Todi.
Dopo il crollo dell’impero romano e sino alla metà dell’VIII sec. d.C. l’evento più rilevante che direttamente determinò l’assetto del territorio umbro e la sua architettura fu il formarsi del cosiddetto Corridoio Bizantino e cioè il collegamento controllato dall’Impero Romano d’Oriente delle vie che congiungevano Roma a Ravenna, sede della flotta bizantina, contrastando la penetrazione di popolazioni germaniche.
Ancora l’Umbria lungo l’asse del Tevere nella tarda antichità e nell’alto medioevo si conferma quale crocevia svolgendo la funzione di transito tra Nord e Sud della Penisola e tra le due città allora più importanti.
Fortificazioni e castelli bizantini furono realizzati con lo scopo di rendere il corridoio sicuro dalle penetrazioni dei Goti prima e dei Longobardi poi.
Questo territorio assunse l’aspetto che in gran parte conserva, costellato da un imponente sistema difensivo fatto di torri e castelli che preservava la linea delle città caposaldo di Orte, Amelia, Todi, Bettona, Perugia e Gubbio e giungeva all’Adriatico.
Anche se l’impero riuscì a resistere, ormai l’indebolimento, dovuto soprattutto alla pressione islamica e ai dissidi tra la Roma papale e Costantinopoli, portò alla nascita del Patrimonium Beati Petri, cui le città bizantine della zona si sentirono subito legate per tradizione storica.
Oramai i contrasti tra Perugia e Spoleto si erano sopiti, tant’è che dopo il 751 Spoleto si orientò verso il Papato.
Dopo la morte di Astolfo e la salita al potere di Desiderio assistiamo alla vera fine dell’Esarcato e quindi alla dissoluzione della Provincia d’Italia con la conseguente frammentazione delle unità territoriali.
La rete di accastellamenti bizantini divenne nel basso medioevo il sistema difensivo dei comuni. Il castello di Titignano, posto sulla riva destra del fiume, appartenne alla famiglia dei Montemarte e, secondo la tradizione, fu costruito nel 937 da Farolfo di Montemarte.
Fu oggetto di contesa nelle lotte per il controllo del territorio che videro affrontarsi Todi e Orvieto. Infatti da questo periodo in poi, la storia di questo territorio è strettamente legata alle vicende di Todi ed Orvieto, che se lo contesero in un alternarsi continuo di alleanze e scontri campali che coinvolsero tutti i paesi della zona, che ancora nei loro stemmi o in simboli conservati sulle loro mura ricordano questo momento storico che si concluse con l’ingresso nello stato Pontificio prima e l’annessione al regno d’Italia poi, passando per la breve parentesi del riassetto napoleonico che soprattutto interessò Todi e Monte Castello di Vibio.
Il parco: l’ambiente, prima parte Il relativo isolamento dell’Umbria non attraversata, se non marginalmente, dalle grandi vie di percorrenza della penisola italiana, ha permesso una buona conservazione di molti habitat naturali; tra di essi quello del Tevere riveste una particolare importanza per le sue valenze paesistiche preziose e per la varietà delle specie sia botaniche che animali che lo caratterizzano.
Le zone dell’Umbria direttamente interessate dal corso del Tevere si presentano estremamente diversificate, scorrendo il fiume sia lungo ampie vallate affiancate da montagne nella parte centro – nord della regione, sia all’interno di aspre, quanto affascinanti gole che iniziano poco dopo la città di Todi e continuano sino alle prime propaggini del Lazio.
Le sue acque sono popolate da pesci come la carpa e il cavedano, il barbo e l’anguilla; le rive accolgono svariate specie di uccelli sia stanziali che migratori, le colline che circondano la valle nella quale scorre il fiume sono ricoperte da boschi rigogliosi soprattutto di carpini, di cerri e di lecci, dove trovano rifugio molti animali: dal gatto selvatico all’istrice, dal capriolo al lupo, questi ultimi due concentrati nella parte nord della regione.
Il parco: l’ambiente, seconda parte Vario ed importante è anche la fauna ornitologica che mostra tutta la sua varietà soprattutto nella parte meridionale dell’Umbria dove i due laghi di Corbara e soprattutto di Alviano, entrambi all’interno del Parco, offrono riparo sicuro a numerosi uccelli migratori, come l’airone cinerino, il tarabuso, il germano reale e molti altri.
Giunto nei pressi di Todi, poco dopo il confine settentrionale del Parco del Tevere, il fiume piega verso sud – ovest entrando nella suggestiva e selvaggia gola del Forello. La parte Sud – Occidentale dell’Umbria, tra il gruppo del Peglia e le vette più settentrionali dei Monti Amerini è caratterizzata da rilievi di modesta altitudine (600 – 700 m.).
Le colline sono solcate da numerosi corsi d’acqua a carattere stagionale come quelli che scorrono nei fossi della Pasquarella, di Pianicello e di Mulinetto.
Tra Todi, Orvieto e Baschi si trova il Lago di Corbara, nato dallo sbarramento delle acque del Tevere nel 1963, che ha una profondità di 42 m. e un perimetro costiero di 55 km.
La morfologia dell’area è particolarmente marcata ed aspra nel tratto centrale (Gola del Forello) dove il Tevere scorre incassato tra pareti quasi verticali, alte oltre 200 m. e distanti 40 – 50 m.
Il parco: l’ambiente, ultima parte Gli ambienti rivieraschi del lago sono fortemente modificati rispetto a quelli della gola del Forello per l’introduzione di specie vegetali alloctone come la robinia Il patrimonio faunistico, ricco e diversificato, ha tra i suoi più caratteristici rappresentanti il gufo reale, la puzzola, la martora, il gatto selvatico, il falco e il cinghiale, mentre sulle rive dei corsi d’acqua si trovano animali assai rari come il rospo smeraldino.
La zona, che ospita il parco fluviale del Tevere, è rilevante per la presenza di boschi di alto fusto ed anche per essere un asse migratorio: in essa trovano riparo aironi, martin pescatori, tarabusi e molti altri uccelli, ma vi nidificano anche i predatori come il falco e il nibbio, e vi si incontrano anche specie alloctone come i gabbiani che risalgono il Tevere fino a qui.
Tra i comuni di Alviano e Guardea, nella zona sud – occidentale dell’Umbria compresa nel parco Naturale del Tevere, si trova il lago di Alviano formato, come quello di Corbara, nel 1963 in quanto facenti entrambi parte del medesimo sistema di bacini idroelettrici.
Lo specchio d’acqua in breve tempo, grazie anche ad importanti interventi di controllo e di gestione, si è imposto come una delle aree naturalistiche più importanti della regione, tanto da divenire Oasi Faunistica gestita dal WWF.
Le emergenze artistiche Il quadro storico del territorio compreso nel Parco Regionale del Tevere, rivela una continuità della presenza umana che può essere almeno fatta risalire alla fase del neolitico, e il Tevere inoltre ha svolto la funzione di cerniera tra la civiltà degli Etruschi posta ad occidente di esso e quella degli Umbri situata ad oriente.
Gli Umbri si stanziarono sulla sponda sinistra del Tevere con insediamenti che non ebbero l’aspetto di città, ma di cinte fortificate e santuari d’altura che costituivano dei punti di aggregazione per una popolazione articolata in piccoli nuclei.
Testimonianza di questo sistema insediativo – difensivo sono il territorio di Guardea ove sulla sommità del monte Castellari e del monte Pianicel Grande si trovano resti di una cinta fortificata circolare.
Sono da attribuire agli Umbri i terrazzamenti in opera poligonale lungo il fosso Marutana databili probabilmente al IV sec. A. C.
Il rinvenimento più rilevante ad oggi attribuibile a queste popolazioni è la necropoli sita nei pressi di Montecchio e precisamente nel Vallone di S. Lorenzo, che evidenzia nello stile dei reperti rinvenuti un’influenza della cultura etrusca.
Anche per Todi che domina uno dei guadi più favorevoli del medio Tevere le cui rive, paludose a Nord e assai scoscese a Sud si avvicinano fin quasi a toccarsi presso Pontecuti, fu fondamentale l’influenza etrusca Il Parco: le emergenze artistiche: seconda parte Infatti nasce come collegamento tra direttrici commerciali, ma la funzione di confine tra Umbria ed Etruria, svolta dal fiume durante l’antichità la rende anche luogo d’incontro tra popoli.
Questa sua vocazione si rivela anche nel nome Tutere, derivato da una forma etrusca originale Tular, con il significato di confine e dunque in sintesi Tuder significa “città di confine”.
Todi quindi, situata ad oriente del Tevere, fu insieme confine e testa di ponte per la civiltà etrusca. Nella località Citernino di Baschi è venuto alla luce un piccolo gruppo di tombe a camera con breve dromos.
I materiali rinvenuti risalgono ad un periodo compreso tra il VI e il V secolo a.C.
Nelle vicinanze di Todi si colloca Pian di Porto il cui toponimo indica uno scalo fluviale posto in antichità in questa area.
A breve distanza da Todi, a Porchiano, si conservano i resti di un monumento funerario a torre e una torre di avvistamento di epoca medievale inglobata successivamente in un casale fortificato. Dalla vicina Asproli, alla sinistra del fiume, proviene un’ara marmorea romana ora al Museo Comunale di Todi.
Vicino al lago di Corbara è il Castello di Salviano ove nel 1925 sono state rinvenute tracce di una pavimentazione a spina di pesce e altri reperti di cui il più importante è una piccola copia in marmo dell’Apollo Palatino.
Il Parco: le emergenze artistiche: terza parte Nel castello sono conservati un coperchio di urna e reperti appartenenti a tombe romane venute alla luce sul posto. Presso Scoppieto di Baschi, sono stati recentemente rinvenuti i resti di una fornace romana.
Nei pressi del Fosso le Macee vi sono delle tombe romane a inumazione in anfora e a fossa. A Guardea nel 1925 furono rinvenuti i resti di un edificio con pavimenti a mosaico databile al II secolo d. C. In Alviano sono conservati reperti archeologici di età romana.
In località Pupigliano sono stati rinvenuti i resti di una villa romana il cui impianto risale agli ultimi decenni del I secolo a.C. Il formarsi del bacino di Corbara ha cancellato sul Tevere da Todi fino ad Alviano i molini, i traghetti, le osterie ma sui colli circostanti è salvo il sistema insediativo.
Sulla riva sinistra si trova il piccolo santuario “della Pasquarella”, posto quasi in fondo al canalone che convoglia nel Tevere le acque torrentizie del fosso Salveregina e sulla riva destra Il castello di Titignano, posto del fiume.
Lungo il Forello, posizionate sul crinale delle colline sussistono ancora, le rovine di varie torri di avvistamento medioevali.
Sulla riva destra vi è Torre Luca e i resti del Castello dei Monte Marte.
ll Parco: le emergenze artistiche, quarta parte Posto alla sommità di una mulattiera che un tempo costituiva l’unico collegamento che permetteva di valicare la gola si trovava il Castello del Forello edificato nel XIII secolo.
Di questo, abbandonato già nel XVI secolo rimangono soltanto le rovine.
Civitella del Lago fu uno dei capisaldi del sistema difensivo del comune di Todi.
Vicina al lago di Corbara, è l’Abbazia di S. Gemini di Massa, forse edificata nel 1173 i cui resti sono inglobati in un gruppo di case coloniche a Badia; della chiesa restano i muri perimetrali ed alcuni bassorilievi di VIII – IX secolo murati nelle strutture attuali. Sul lato destro del lago è Corbara, antico feudo dell’omonima famiglia.
All’interno del giardino appartenente al castello che domina il borgo vi sono dei materiali archeologici, tra i quali alcuni che forse provengono dal Porto di Paliano, porto romano situato alla confluenza tra il Tevere e il Paglia.
Il nucleo originale del castello, ora in restauro, è dell’XI secolo e i successivi ampliamenti risalgono al 1300.
Appena oltrepassato il lago, si incontra il convento francescano di S. Angelo a Pantanelli fondato da S. Francesco e fatto costruire dai Baschi presso una grotta naturale nelle vicinanze della riva del fiume dove il santo era solito ritirarsi a pregare.
Poco più a sud e in riva sinistra si erge il castello di Baschi e proseguendo lungo la strada troviamo il castello di Montecchio.
Un percorso stradale breve ma ripidissimo collega a Montecchio l’abitato di Tenaglie ove sorge un imponente palazzo costruito intorno all’anno 1700.
L’attuale impianto dell’abitato di Guardea risale al XVIII secolo a sostituzione del castello di Guardea vecchia posseduto e dominato dai signori di Alviano nato con il trasferimento degli abitanti del vecchio borgo e del castello del Poggio Vecchio.
Nei pressi di Alviano si trova l’eremo di Santa Illuminata fondato da San Romualdo, e l’intera Alviano è testimonianza monumentale della nobile famiglia omonima, resa celebre dal suo condottiero Bartolomeo (1455/1515).
In ultimo ricordiamo Orvieto che nelle sua vestigia annovera alcune delle più belle testimonianze artistiche dell’Umbria dalle due necropoli etrusche di Crocifisso del Tufo e della Canniccella al magnifico Duomo, da Palazzo Soliano al Pozzo di San Patrizio.
Ma Orvieto vanta anche una splendida posizione su di uno sperone tufaceo che lo pone a dominio di tutta la vallata sottostante.
I MUSEI
Comune di Alviano Nel piano interrato del Castello si conservano nel Museo di Civiltà Contadina le vestigia e gli attrezzi del passato recente di Alviano, vi sono oggetti usuali della vita di tutti i giorni dei contadini locali che in una civiltà sempre più automatizzata come la nostra appaiono sempre più interessanti e accattivanti, soprattutto per un pubblico giovane.
Il Museo iper tecnologico di Bartolomeo d’Alviano invece ricorda inizialmente i volti di grandi condottieri locali e non, e ci presenta, sempre in formato altamente tecnologico le battaglie di Bartolomeo ,che rivivono nelle spettacolari e avventurose mosse avvenute sul campo di battaglia che si animano sotto gli occhi dei visitatori.
Bartolomeo poi, rivive in un dialogo con il visitatore che è sottoposto ad un duello fatto di domande sulla vita del capitano di ventura, duello che si può concludere, in caso di errore con un colpo di cannone.
Infine il museo dell’Oasi che ripercorre anche le fasi costruttive dell’invaso artificiale di Alviano, ci mostra, prima di visitare l’Oasi stessa, tutta la splendida natura che vi dimora da quella botanica di rara bellezza, a quella faunistica che arricchisce tutte le stagioni questo splendido posto che, voluto dall’uomo, è divenuto uno splendido e protetto dominio della natura.
Comune di Baschi L’Antiquarium
L’itinerario di visita inizia con un inquadramento topografico del sito di Scoppieto inserito nel panorama delle testimonianze archeologiche del territorio del comune di Baschi; altri due pannelli illustrano la composizione geologica del terreno su cui si è impiantata la struttura produttiva e le specie arboree che caratterizzavano il paesaggio in età romana, la cui identificazione è stata possibile grazie all’esame dei pollini presenti nelle stratigrafie antiche.
La prima sezione è dedicata alla produzione della ceramica i pannelli descrivono tutte le fasi di realizzazione della terra sigillata italica (il vasellame da mensa di età romana in uso a partire dalla seconda metà del I sec. a. C. e per tutto il I sec. d. C.). La riproduzione grafica delle fornaci usate per la cottura dei vasi è affiancata da un modello di forno a doppia camera del tipo probabilmente usato dagli artigiani di Scoppieto.
Nelle vetrine sono esposti i distanziatori utilizzati per separare i vasi impilati nella fornace, panetti di argilla con le impronte delle dita del vasaio pronti per essere lavorati sul tornio, scarti di lavorazione, punzoni di argilla per la realizzazione delle matrici, matrici per l’esecuzione dei motivi decorativi.
Modello di Fornace Lucerna augustea Matrice per decorazioni Comune di Montecchio A Tenaglie sorge un imponente palazzo costruito intorno all’anno 1700, dal nobile spoletino Filippo Ancaiani inglobando la struttura medioevale e le case confiscate ai Baschi di Carnano.
Attualmente, in una sua parte che occupa circa 300 mq., ospita una mostra permanente della civiltà contadina con l’ambizione di divenire un museo etnografico dell’Umbria.
Di recentissima realizzazione a Montecchio è stato aperto l’Antiquarium relativo alla Necropoli del Vallone di San Lorenzo, che pone in mostra i reperti rinvenuti, splendido vasellame di ispirazione sia falisco – capenate che etrusca, ma anche una serie di bellissimi monili con cui erano adornati i defunti.
Comune di Orvieto – Museo Archeologico Nazionale Il museo, posto nel Palazzo Papale, che risale alla fine del ‘200, conserva collezioni archeologiche del territorio orvietano di età classica.
Inoltre, sono presenti degli affreschi originali, provenienti da due tombe etrusche di scene di un banchetto funebre, ceramiche a figure rosse e materiale proveniente dalle necropoli orvietane di Crocifisso del Tufo, Settecamini, Fontana del Leone e Cannicella.
Museo Archeologico “C. Faina” Nato 1864 e riaperto di recente comprende reperti di età greca, etrusca e romana, e corredi funebri delle necropoli etrusche.
Ricordiamo la raccolta di vasi attici a figure nere e rosse del VI e V sec. a.C., e le collezioni numismatiche.
Al piano terra, il museo conserva i frontoni del tempio orvietano di Belvedere, la celebre “Venere”, statua rinvenuta nel santuario compreso all’interno della necropoli di Cannicella e il cippo a forma di testa di guerriero proveniente dalla necropoli detta di Crocifisso del Tufo.
Comune di Orvieto – Museo “E. Greco” Il museo, al piano terra di palazzo Soliano, comprende 32 sculture in bronzo, 60 opere grafiche tra disegni, litografie e acqueforti di Emilio Greco, autore delle porte bronzee del Duomo di Orvieto.
Di rilievo anche il gesso originale del monumento a Papa Giovanni in San Pietro (1965-67).
Museo dell’Opera del Duomo Sottoposto a recenti restauri vi sono esposti affreschi, sculture ed opere di varie epoche, dal 200 in poi tra cui alcune terrecotte invetriate di Della Robbia, il reliquario del cranio di S. Savino, le bozze su pergamena dei progetti della facciata del Duomo e la tegola con l’autoritratto di Luca Signorelli Comune di Todi – Pinacoteca Di recente riapertura è il bellissimo Museo Pinacoteca della città di Todi che occupa tutto il terzo piano dei palazzi Comunali.
Ripercorre tutta la storia della città dai reperti più antichi di carattere archeologico sino a quelli più recenti che riguardano il risorgimento italiano.
Inoltre il museo ospita cinque sezioni tematiche una archeologica che riserva magnifiche sorprese circa i rinvenimenti avvenuti in città e nei dintorni, una numismaitica composta di rare monete, una relativa ai tessuti e agli abiti pregiati, una che espone bellissime ceramiche ed infine una pinacoteca con dipinti di grande valore, tutte, come dicevamo sopra, sono indirizzate alla scoperta della storia di Todi. Tra le opere della pinacoteca bellissima è la grande pala con l’incoronazione della Vergine di Giovanni di Pietro, detto lo Spagna e la serie di grandi pale d’altare di epoca tardomanierista e barocca di Andrea Polinori, Ferraù Fenzoni detto il Faenzone, Bartolomeo Barbiani, Giacinto Boccanera.
Comune di Todi All’interno di San Fortunato vi è inoltre l’Archivio Storico della città che conserva documenti di storia tuderte a partire dal XII secolo.
Da visitare anche la raccolta d’Arte Sacra del Duomo di Todi un museo che conserva interessanti vestigia di ambito storico/artistico e archeologicoInoltre i sotterranei di Todi possono essere considerati un museo della storia della città, infatti sotto la pavimentazione della Piazza del Popolo si trova l’antico lastricato romano e dove sorge la torre del Palazzo dei Priori al di sotto vi sono due grandi cisterne forse del 50 a.C. usate come tali sino al 1572.
Sede del Parco Indirizzo:
Civitella del Lago (Baschi) Terni
Telefono 0744/950732 0744/950732
Presidente Dott. Emidio Costanzi
e-mail: parcotevere@libero.it