Percorrendo in auto la Statale 77 si arriva al centro abitato di Colfioritodal quale si raggiunge, attraverso la strada comunale per Forcatura, la Palude omonima che si può visitare percorrendo i vari sentieri che ne seguono il perimetro e che portano a osservatori, costruiti per essere fruiti anche da portatori di handicap, dai quali si può praticare il bird-watching.
Nei pressi di un diroccato mulino si trova il più grande degli inghiottitoi, nei quali defluiscono le acque della Palude, denominato del “Molinaccio”.
La possibilità di visita della Palude è recente e frutto di interventi che permettono l’accesso ad alcune parti spondali e all’interno dello specchio d’acqua, salvaguardando comunque l’integrità delle parti più favorevoli al permanere dell’avifauna.
Sempre dal “Molinaccio”, attraverso una strada sterrata, si arriva alla cima del Monte Orve ove si ha una visione totale dell’area della palude, del piano di Colfiorito e di quello di Annifo.
Superato il centro abitato di Colfiorito e dirigendosi verso Pievetorina e Visso, si giunge al santuario di Santa Maria di Plestia e agliscavi della omonima città. Il santuario è meta di pellegrinaggio annuale; è sede, negli spazi circostanti, di fiere mensili da maggio a settembre.
Di particolare interesse è la cripta che si presume risalga al sec. XI, suddivisa in cinque navatelle da tre ordini di colonne e sormontate da capitelli di reimpiego spesso decorati con motivi geometrici.
Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce resti di edifici tardo-repubblicani, del foro, di un tempio e di altri edifici con pavimenti a mosaico ed aree porticate; sotto gli edifici romani sono resti di un villaggio dell’età del ferro (IX/VIII sec. a.C.).
Tra la base del Monte Orve e l’attuale cimitero di Colfiorito sono state scavate 250 tombe ad inumazione con corredi di ceramiche,armi in ferro, oggetti ornamentali, dei quali i più antichi risalgono al X sec. a.C.
Monumenti Religiosi
Monte Frumentario di Annifo
Uno dei frutti più noti della predicazione itinerante francescana dell’ Osservanza di fine Quattrocento, fu l’istituzione dei Monti di Pietà, un istituto di prestito a servizio dei poveri della città, e dei Monti Frumentari, a servizio dei poveri agricoltori.
E sugli Altipiani di Colfiorito, esattamente ad Annifo nella quaresima del 1492 sorse uno dei più antichi Monti Frumentari.
Questo istituto di prestito del grano si diffuse nell’Italia centrale ad opera di Fra Andrea da Faenza d. Iohannis Baptiste de Ronco (+1495), predicatore itinerante dell’osservanza francescana, il quale, sul limitare del secolo XV, ne fondò ben tredici, dei venti finora noti.
I Monti Frumentari si distinguono dai Monti Pecuniari non tanto per la natura, ambedue erano infatti sorti come istituti di beneficenza e come strumenti di calmierazione, ma per i destinatari; i Monti Pecuniari erano stati istituiti per calmierare il costo del denaro e del capitale a vantaggio delle forze del lavoro allora esuberanti; mentre i Monti Frumentari tendevano a calmierare i prezzi del grano o dei cereali, favorendo così l’elemento povero della classe degli agricoltori mediante il prestito del grano (Mons Frumentarius) o di derrate (Mons Bladorum), con l’obbligo della restituzione all’epoca del raccolto.
I Monti Frumentari fondati dal Faentino furono tutti sine merito e nessuno di questi ebbe lunga durata.
Solo che alcuni furono rifondati: è appunto il caso di Annifo di Foligno, il cui Monte, posto in località La Villa e costituito da una stanza a pian terreno, dopo un periodo di inattività riprese a funzionare nel 1542 chiudendo i battenti solo all’indomani dell’Unità d’Italia. La memoria del ruolo svolto da questo istituto di beneficenza è affidata all’ Archivio che ci è pervenuto quasi integrale.
Itinerari Storico Ambientali
Via Flaminia
È una delle più importanti strade consolari romane ed era il principale asse di collegamento tra Roma e l’Italia Nord-orientale.
Nel tratto compreso tra S. Giovanni Profiamma (Forum Flaminii ) e Nocera Umbra rimangono importanti testimonianze del suo tracciato: resti di un ponte sul Fiume Topino a Pontecentesimo (cioè cento miglia da Roma); Viadotto di Pieve Fanonica; resti di un ponte poco prima di Valtopina; un bel tratto di sostruzione in località Capannacce; Ponte Marmoreo dopo la stazione di Nocera Umbra Scalo; tratto di sostruzione in località le Spugne a Nocera Umbra.
Da Pieve Fanonica si dipartivano un itinerario alternativo alla Flaminia ed uno alternativo alla Via Plestina.
Il primo è costituito dalla strada che collega Gallano con Giove (villa di confine tra le Diocesi di Foligno e di Nocera, ciascuna con propria chiesa); l’altro conduce al Valico di Colfiorito, tramite l’abitato di Franca.
Lungo il primo itinerario, nel Medioevo, sorse Gallano (castello che, stando allo Iacobilli, fu elevato a contea da Federico I, nel 1155, per la famiglia Robbacastelli, la cui fortuna dipese dal controllo della Flaminia e che si estinse nel 1370, mentre il Castello Reale fu distrutto nel 1207).
Lungo il tratto Nucerino della Flaminia sul confine con Valtopina, e in Diocesi di Foligno, in età medievale fu eretto l’Ospitale di S. Maria Maddalena Collis Arci.
Oltrepassata Nocera Umbri, dopo 2 Km dalla Flaminia si distacca la Strada Clementina che conduce al Passo del Termine (865 m), spartiacque fra il Fiume Topino (versante Tirrenico) ed il Fiume Potenza (versante Adriatico).
Tale strada fu costruita da Clemente VII, che ripristinò in parte la diramazione che dalla Flaminia conduceva ad Ancona attraverso il Piceno.
Trekking
Sentiero Italia
Il Sentiero Italia (S.I.), uno dei più importanti itinerari trekking nazionali, unisce le Alpi all’Appennino meridionale.
Il tratto umbro-marchigiano si snoda in circa 20 tappe da Bocca Trabaria (1049 m) a Forca Canapine (1540 m) e la tappa che dal Monte Pennino, attraverso Colfiortto porta fino al Monte Tolagna, si contraddistingue per essere un sentiero di estremo interesse, poichè oltre ad attraversare ambiti con aspetti paesaggistici, geobotanici e geomorfologici caratteristici della montagna appenninica, tocca siti di elevato valore non solo naturalistico (biotopi di interesse nazionale, Aree Floristiche e Parchi Regionali) ma anche culturale e storico-archeologico, che sono per lo più sconosciuti o, troppo spesso, dimenticati.