La Polvese è una delle tre isole che emergono dalle acque del Trasimeno e con i suoi 69,60 ettari di superficie è la più estesa. Ha la forma di un poligono irregolare con la base maggiore rivolta verso la sponda nord occidentale del lago.
L’isola presenta un rilievo centrale che si sviluppa in senso NORD-OVEST SUD-EST su tre vette quasi allineate tra loro.
La più elevata è quella in località Conservone posta al centro dell’isola ad una quota di 313,40 metri.
La quota massima dell’isola rispetto al livello medio delle acque del lago risulta essere di 56 metri.
Il rilievo centrale della Polvese è circondato da una zona costiera che si presenta bassa solo nella parte meridionale.
La spiaggia, costituita per gran parte da materiali detritici depositati in seguito a processi erosivi, è presente solo nei lati meridionale e sud orientale.
In quest’ultimo la spiaggia è stata notevolmente ampliata in seguito alla deposizione del materiale dragato dal fondo lacustre antistante l’isola per ottenere spazi per l’agricoltura e per il tempo libero.
Il rimanente tratto di costa diventa alta in prossimità dei versanti che mostrano pendenze più accentuate per la presenza di scarpate anche di notevole altezza. Dal punto di vista geologico tutte le isole del Trasimeno rappresentano le sommità emergenti dei rilievi preesistenti al momento della formazione dello specchio lacustre.
La vasta depressione del Trasimeno, analogamente agli altri bacini dell’Italia centrale formatisi nello stesso periodo, ha origini tettoniche, legate ai movimenti distensivi dell’epoca pliopleistocenica.
E’ da questo periodo, circa un milione di anni che la morfologia del lago risulta pressoché invariata. Litologicamente l’isola è costituita in prevalenza da arenarie appartenenti alla formazione del ” Macigno del Mugello ” (oligocene e miocene) deposte prima della formazione del lago.
La Polvese presenta tre ambienti principali: 1) la zona umida, 2) il bosco,3) i coltivi.
La zona umida è formata da una fascia di idrofite che circondano l’isola in maniera discontinua: di ampiezza massima sui versanti orientale e meridionale (circa 50 metri) si dirada in modo consistente su quello settentrionale a causa della maggiore acclività delle sponde e della natura sassoso – ciottolosa del fondo.
La componente vegetazionale più importante della zona umida è rappresentata dal canneto con la cannuccia di palude come specie dominante, accompagnata da altre specie di secondaria importanza.
Al largo del canneto prevalgono invece le idrofite natanti e sommerse rappresentate da ceratofilli, millefoglie d’acqua e dalle varie specie di brasca come l’erba tinca e il favarolo.
Ai margini delle rive è presente una fascia ristretta caratterizzata dalla presenza di alberi quali salici e pioppi ed erbe come equiseti ed epilobi che crescono sui terreni umidi.
Il bosco occupa un’area che si estende per circa il 25% dell’intera superficie del versante nord dell’isola.
Le specie vegetali che lo caratterizzano sono quelle tipiche dell’orizzonte mediterraneo: nello strato arboreo e arbustivo prevalgono lecci, roverelle, ornielli ed alaterni, nel sottobosco viturno, alloro, pungitopo e ligustro.
L’aspetto del bosco è quello di una lecceta pura nella parte centrale, di un bosco misto di lecci e roverelle sui versanti orientale e di un bosco rado di alaterno e roverella sul versante occidentale.
Le zone coltivate sono rappresentate da un oliveto di circa 40 ettari che si estende sui declivi più o meno lievi del versante meridionale dell’isola,gli olivi, coltivati con i criteri dell’agricoltura biologica, sono stati impiantati in epoche differenti: da esemplari giovani messi a dimora in questi ultimi anni, si passa ad esemplari secolari di dimensioni considerevoli.
I tre ambienti descritti, nel complesso, presentano dimensioni ridotte per cui non riescono ad ospitare un popolamento faunistico particolarmente ricco di specie. Inoltre, la distanza dalla terraferma ha limitato e selezionato notevolmente le specie che oggi sono presenti sull’isola.
L’insieme di questi elementi ha determinato una vertebrofauna piuttosto scarsa se comparata con quella presente in ambienti simili sulla terraferma.
La nutria, un roditore acquatico che ha ampiamente colonizzato il bacino del Trasimeno è uno dei più grossi mammiferi dell’isola.
Appare chiara l’assenza dei grossi ungulati e facilmente intuibile quella di specie di interesse venatorio come il fagiano e la lepre.
Predatori quali la volpe e la faina, nonostante le forti persecuzioni cui sono state oggetto in passato che avevano portato alla loro scomparsa, sono nuovamente riuscite a colonizzare questo lembo di terra ferma.
Anche l’assenza di rettili, come la vipera e il comunissimo ramarro, è legata all’insularità della Polvese mentre l’esistenza della lucertola e del ratto è sicuramente dovuta all’intervento, non sempre consapevole, dell’uomo.
Gli uccelli nidificanti, invece, sono presenti con un numero maggiore di specie anche se si rilevano per lo più i Passeriformi di piccole e medie dimensioni. Mancano invece gli appartenenti alle specie più grandi dai Picchi, ai rapaci e ai Corvidi che però, occasionalmente, possono giungere dalla terraferma.