Nel 2013 sono caduti i cinquecento anni dalla stesura originaria del Principe di Niccolò Machiavelli.
Il Principe è l’opera forse più nota della letteratura italiana: sicuramente è la più tradotta al mondo (insieme al Pinocchio di Collodi).
Ancora oggi, questo testo – controverso e affascinante, del quale sono state offerte nel corso dei secoli interpretazioni le più diverse – è disponibile in tutte le principali lingue. Viene continuamente stampato ed è considerato ovunque un classico imprescindibile.
Quanto a Machiavelli, tra gli autori italiani di tutte le epoche è sicuramente il più conosciuto a livello internazionale.
L’unico il cui cognome abbia dato origine ad una famiglia semantica che comprende aggettivi, sostantivi e persino nomi propri: machiavelliano, machiavellico, machiavellismo, antimachiavellismo, machiavello (per indicare una persona scaltra e astuta o un enigma di difficile soluzione), Machiavelli (per indicare un gioco di carte simile al ramino), ecc.
In occasione dell’anniversario del 2013 è stato predisposto – in Italia e nel mondo – un vasto programma di iniziative e manifestazioni, alcune delle quali, a partire dalla mostra romana presso il Vittoriano, hanno ottenuto una vasta risonanza.
Ma iniziative di vario tipo, da convegni a pubblicazioni, sono state previste anche per il 2014. Infatti, gli studi più recenti hanno definitivamente stabilito che la stesura del Principe occupò Machiavelli lungo i mesi finali del 1513 e quelli iniziali del 1514. Pertanto, in Italia e all’estero, il cinquecentenario dell’opera verrà celebrato con iniziative organizzate anche nel corso del 2014.
Le celebrazioni machiavelliane sono un’occasione anche per l’Umbria.
Con la nostra regione, infatti, Machiavelli ha intrattenuto, nel corso della sua vita (nato nel 1469, è morto nel 1527), rapporti molto stretti: più che con qualsiasi altra regione italiana (ad eccezione, ovviamente, della sua Toscana e, forse, delle Romagne).
Basta qualche accenno alle sue opere o richiamo biografico per illustrare la speciale natura di tale relazione.
In Umbria, dove ha soggiornato in più occasioni e per periodi significativi, Machiavelli ha svolto delicate missioni diplomatiche e militari.
Nelle sue opere – ad esempio nelle Legazioni e Commissarie – sono numerose le testimonianze che riguardano città e borghi dell’Umbria (da Perugia ad Assisi, dalla zona del Trasimeno a Città di Castello) e personaggi di primo piano della storia umbra dell’epoca (da Giampaolo Baglioni a Vitellozzo Vitelli, per citare i più importanti).
All’Umbria è legato uno degli episodi storici più famosi tra i tanti narrati dal Machiavelli con riferimento alle gesta di Cesare Borgia: la Dieta (o congiura) della Magione, svoltasi nell’ottobre del 1502, che portò all’uccisione a tradimento – tra gli altri – del condottiero tifernate Vitellozzo Vitelli a Senigallia, colpevole di aver tramato contro il Duca Valentino.
Altrettanto famoso è l’episodio dell’incontro a Perugia, nel 1506, tra papa Giulio II e Giampaolo Baglioni, anch’esso narrato dal Machiavelli in più occasioni e in particolare in un celebre passo dei Discorsi sulla prima deca di Tito Livio.
A Perugia, sempre nel 1506, secondo quanto stabilito dallo storico Roberto Ridolfi, Machiavelli compose un testo che la critica considera assai importante, poiché anticipa una serie di temi che in seguito egli svilupperà nelle sue opere maggiori: i famosi Ghiribizzi al Soderino, il cui manoscritto originale è attualmente conservato negli archivi vaticani.
Infine, nelle biblioteche – pubbliche e private – dell’Umbria si trovano molte edizioni antiche delle opere machiavelliane, alcune delle quali di grande pregio bibliografico.
La Biblioteca Augusta di Perugia, ad esempio, possiede uno dei rari codici manoscritti del Principe (ne esistono poche copie in tutto il mondo) e un esemplare della prima edizione del De regnandi peritia di Agostino Nifo: il plagio – in lingua latina – del Principe andato alle stampe nel 1523, ossia nove anni prima che il testo del capolavoro machiavelliano venisse pubblicato sotto il nome del suo vero autore.
A Perugia, inoltre, dopo la morte di Niccolò, visse uno dei suoi figlioli: Bernardo, che tra il 1551 e il 1565, con una pausa negli anni 1553-1554, esercitò nel futuro capoluogo dell’Umbria l’ufficio di Questore pontificio, Guido e Piero.
Ma la relazione di Machiavelli con l’Umbria oltre la sua morte è attestata anche da altre vicende.
La prima versione in latino del Principe fu pubblicata a Basilea nel 1560 da Pietro Perna e dal folignate Silvestro Tegli (convertitosi al protestantesimo dopo aver lasciato la cittadina umbra).
Originario di Foligno era anche il gesuita Antonio Ciccarelli (Foligno? – Roma 1599), uno dei primi e più accaniti confutatori del Machiavelli, autore nel 1598 dei Discorsi sopra Tito Livio. Nativo di Gubbio era invece Tommaso Bozio (Gubbio 1548 – Roma 1610), letterato e teologo, tra i primi seguaci di S. Filippo Neri, autore anch’egli di numerosi (e importanti) scritti antimachiavelliani.
Come si vede, si tratta di materiali, tracce, luoghi, che giustificano ampiamente la realizzazione di un’ iniziativa sotto forma di una mostra.
La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, ritenendo l’iniziativa degna di essere sostenuta, ha deciso quindi di collaborare fattivamente, offrendo fra l’altro, come sede della mostra, il monumentale Palazzo Baldeschi al Corso, edificio di grande pregio architettonico, situato in pieno centro cittadino, dotato di tutti i requisiti (ambientali e di sicurezza) per accogliere un evento di questo tipo.
La mostra – attraverso dipinti e stampe (attingendo di preferenza al materiale presente nei musei e nelle pinacoteche regionali), libri e pubblicazioni d’epoca (anche questi reperiti di preferenza nelle biblioteche, private e pubbliche, dell’Umbria), reperti e documenti d’ogni possibile natura –intende documentare gli episodi più noti che abbiamo sopra richiamato (Dieta della Magione, etc.) nonché tutte le diverse fasi in cui l’attività politico-diplomatica di Machiavelli si è intrecciata con le vicende storiche dell’Umbria.
L’aspetto biografico andrà dunque di pari passo con la dimensione politica.Ovviamente, la mostra sarà anche l’occasione per illustrare una fase della storia dell’Umbria – quella a cavaliere tra XV e XVI secolo – che è stata tra le più turbolente ma anche, in prospettiva storica, tra le più affascinanti: si pensi solo al ruolo che in essa hanno svolto capitani di ventura e famiglie signorili, che così tante tracce di sé hanno lasciato nella memoria ma anche sul piano documentario.
La mostra sarà ovviamente accompagnata da un catalogo nel quale – con l’ausilio dei molti studiosi attivi nelle due Università di Perugia – sono stati approfonditi, sul piano del racconto e dell’analisi critica, le vicende e i personaggi che a diverso titolo ruotano intorno al Machiavelli avendo però come riferimento l’Umbria.
Tra le iniziative si è anche pensato a una cerimonia nel corso della quale presentare alla città la copia restaurata del codice del Principe posseduta dalla Biblioteca Augusta di Perugia.
L’iniziativa avrà anche, accanto a quella scientifica, una finalità didattica.
La mostra è stata infatti concepita per essere fruita dagli studenti delle scuole superiori dell’Umbria, che a titolo diverso hanno Machiavelli tra i loro soggetti di studio nelle diverse materie.
Dove:
Perugia, Palazzo Baldeschi al Corso
Per informazioni: