Dall’origine pagana agli adattamenti dovuti alla cristianizzazione della festa, dalla più antica ritualità all’odierna celebrazione, Maggio – mese vocato all’espandersi della natura, alle messi che gonfiano, alla rinascita abbondante e piena – pullula ovunque di feste patronali e tradizionali.

Una delle più sentite e interessanti è certamente quella che ad Allerona celebra Sant’Isidoro, patrono della campagna e degli agricoltori, popolarmente nota come Festa dei Pugnaloni.

La ricorrenza, le cui origini potrebbero risalire al paganesimo ed essere collegate con l’offerta delle primizie della terra a Cerere, dea delle messi, o a Mercurio, dio del commercio, avrebbe poi subìto, probabilmente a partire dalla metà del 1700, una contaminatio legata all’espandersi del culto di Sant’Isidoro.

Canonizzato nel 1622 da papa Gregorio XV insieme a figure quali Ignazio di Loyola, Teresa de Avila, Francesco Saverio e Filippo Neri, Isidoro di Madrid (1080-1130), semplicemente detto Isidoro contadino, si era guadagnato la santità con una vita di preghiera, di condivisione dei parchi beni con i più poveri e di retto, instancabile lavoro.

Si narra che il bracciante di Giovanni de Vargas, ricco proprietario terriero, prima e durante il lavoro pregasse intensamente per rendere il suo operato più proficuo e leggero; e che il padrone, in parte stupito di risultati così lusinghieri, in parte spinto dalle maldicenze degli altri braccianti che davano Isidoro per assenteista – sia pure a vantaggio della preghiera – si accorgesse, spiandolo, di come, mentre lui pregava, due forme angeliche lavorassero al suo posto trainando il carro dei buoi.

Ovvio, dunque, come sia diventato protettore del mondo agricolo e come la sua memoria, che ricorre il 15 maggio, sia legata, in Italia e non solo, ai riti che celebrano la vita dei campi.

Prima di questa integrazione a carattere religioso la festa sarebbe da ritenere, secondo lo storico Pericle Perali, di carattere preminentemente mercantile, supposizione che troverebbe riscontro nella data di metà maggio, epoca in cui nel calendario romano era fissato “il giorno del gran lavoro” dei mercanti.

Quanto al termine “pugnalone“, sebbene un’ipotesi lo faccia risalire al latino pugna, vale a dire combattimento – come è probabile per l’analoga festatradizionale di Acquapendente, che però non celebra la vita dei campi ma la libertà, ricordando la vittoriosa rivolta del popolo contro l’esercito di Federico Barbarossa – è più probabile, per Allerona, l’ipotesi che lo riconduce a pungolo, ossia al bastone munito ad un’estremità di un puntale di ferro e all’altra di un raschietto, usati dai contadini per sollecitare i buoi a muoversi e per pulire l’aratro dalle zolle.

I Pugnaloni attuali – così concepiti dal secondo dopoguerra – sono carri allegorici che, sormontati dal caratteristico albero di pioppo ornato di nastri avari colori, riproducono scene di vita e di lavoro dei campi.

I personaggi, gli animali, gli attrezzi agricoli sono costruiti in legno e argilla dagli abitanti delluogo e sempre presente è, nella raffigurazione, la scena di Isidoro che prega mentre gli angeli conducono l’aratro.

In una notizia riportata da Pericle Perali nel 1939, i Pugnaloni di anteguerra sono invece descritti, sia dal punto di vista plastico che nelle modalità rituali, in modo diverso, a testimonianza di come anche le tradizioni più consolidate subiscano mutamenti.

Ecco come ne parla il Perali:

“I Pugnaloni di Allerona consistono in un’asta di circa tre metri il cui ultimo metro è avvolto da una gabbia ovoidale, formata di fruste o verghette flessibili di legno e somigliante a una grossa rocca da filare. La gabbia è tutta ornata di nastri a colori vivaci, di fiori freschi di campagna fissati sulle fruste e dalla sommità della gabbia esce, in alto, isolato, un mazzo compatto di fiori, a forma di pomo o di testa. Dentro la gabbia dondolano, sospesi a cordicelle e a nastri, formaggi freschi, fiaschetti di vino, nidi di uccelli, arnesi da bifolco, piccoli aratri di legno, piccoli bovi di terracotta, lesine, martelli…Dal di sotto della gabbia pendono cortigli con motti e proverbi in lode dell’agricoltura e della vita campestre e pendono fotografie con ritratti del portatore del Pugnalone e della sua famiglia”.

Ad Allerona, oggi come ieri, ogni anno per la terza domenica di maggio, dopo la funzione religiosa del mattino i Pugnaloni sfilano per le vie del paese con un corteo di figuranti in costume alleronese della seconda metà del 1800, la banda, il clero con l’immagine di Sant’Isidoro, il gonfalone del Comune e le autorità municipali, per poi essere premiati da una commissione e sostare in esposizione l’intera giornata nel centro storico.

Ma mentre un tempo erano i portatori stessi ad offrire a chi conveniva le primizie della vita campestre contenute nei Pugnaloni, oggi sono piuttosto le associazioni di promozione turistica ad organizzare, nel pomeriggio tra la rievocazione degli antichi mestieri, una più moderna degustazione di prodotti tipici alimentari.

Il tutto unito, ovviamente, a tutta quella serie di festeggiamenti che ogni festa tradizionale comporta e che non durano un giorno solo.

Programma:

Ore 10,00

Uscita ed esposizione in piazza dei Pugnaloni

Ore 11,00

Sfilata del Corteo Storico con costumi Alleronesi di fine ‘800

Ore 12,00

Processione per le vie del paese con la partecipazione dei Pugnaloni e del corteo storico

Ore 16,00

Mercatino di prodotti tipici e dell’artigianato locale

Ore 16,30

Esposizione dei Pugnaloni per le vie del centro storico,rievocazione di antiche botteghe artigiane e antichi mestieri, intrattenimento musicale e degustazione di prodottienogastronomici tipici

Ore 19,00

Premiazione dei Pugnaloni

Ore 21,00

Spettacolo musicale

Per informazioni:

0763/628312

prolocoallerona@libero.it

www.comune.allerona.tr.it